Guardando il comodino e scorrendo “la Montagna Incantata” , “lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” , “il Profumo”, “Siddharta” e Topolino l’occhio mi è caduto sull’insieme di pagine decisamente più meritevole di una mia considerazione, finito da poco. Si tratta di RomaLatoB, di Claudio Delicato. Ovviamente tutto ciò non è vero, tranne il fatto che ho finito il libro da poco ed è di Claudio Delicato. Non avrebbe retto il confronto con Topolino.
Ci sono periodi nella vita in cui per me leggere è faticoso e devo volerlo fare. Come per i vini da tavola o da degustazione, a seconda della concentrazione e del tempo a disposizione, ci sono libri “da sera”, da “pomeriggio”, “da tazza” , da “una volta a settimana”…
In questo periodo abbastanza intenso mi sono ficcato in diverse letture contemporaneamente, cosa che odio. E un pò per entusiasmo del libro nuovo un pò perchè mi mancava un libro del genere, qualunque genere sia, ho provato a trovargli uno spazio.
Semplice e scorrevole, paragrafi corti ed episodi … mi dispiace un pò ma lo classifico “da tazza”. Poi leggo di Elena. Eccribbio… è 5 minuti che sono sulle stesse righe e le rileggo e le rileggo … eppure sono parole semplici. Le leggo lentamente. Merda, non è “da tazza”, rischio la stitichezza e di non capire il libro! Lo lascio ad aspettarmi la sera. Dopo essere stato cacciato da letto per aver riso troppo forte, decido di dedicargli lo spazio principe della lettura, poco prima e un pò dopo cena. In realtà sarebbe stato la domenica mattina quando tutti sono a messa ma non ha fatto in tempo ad arrivarci.
Ma faccio un passo indietro.
Precisamente a quando ho aperto la prima pagina.
C’è una citazione. Non di un libro a caso di un autore a caso.
Del MIO Demian…
sorrido, all’inizio del libro e mi fa un piacere incredibile, poi mi lascia una certa inquietudine… solo alla fine del libro ho capito che la citazione era semplicemente perfetta. E devo dire che onestamente che la mia pseudorecensione si potrebbe fermare qui, se avete intenzione di leggere il libro non serve andare avanti. Capirete. E mi ha fatto sorridere di nuovo, alla fine del libro. Un piccolo punto di immensità.
Poi leggo, leggo , legg … è già finito? In effetti come nel suo blog si scorre via in maniera veloce, l’intreccio è (a mio modesto ed ignoranterrimo parere) veramente ben congegnato e avvincente. La trama chiama la fine in un unico respiro ma questo non significa che si possa leggere tutto di corsa. Ci sono momenti del libro in cui occorre necessariamente fermarsi per gustare a pieno quello che ci passa sotto gli occhi. Il libro ha un suo ritmo , lo ha sia nella scrittura che nella storia, e credo occorra allinearvisi. Sarebbe come mandare avanti i primi minuti di Shine On you Crazy Diamond perchè “c’è solo sto Waaaaaaaawwwaaaaaauauauaaaa .. della pianola ” (sic) mentre altre persone hanno la pelle d’oca e potrebbero piangere su quelle note. Ecco perchè è un libro che può certamente essere letto col tasto FFWD, castrandolo e limitandolo a qualche strofa dei FooFighters buona per l’estate, oppure che può dare il piacere dell’amplesso di batteria di in-a-gadda-da-vida lasciandogli ogni battito che esige. Ok Elena, parlo sempre del pezzo di Elena. Che è anticipato da quello di Pietro. Che poi invece basta, per fortuna, perchè per quanto stupendi, anche i deliri di Hendrix non sono adatti ad ogni santo momento del giorno.
E dico “per fortuna” perchè in effetti all’inizio ho quasi temuto un continuo di richiami e metafore assolutamente generazionali, che che tra un pò di anni nessuno capirà e già oggi possono essere rivolte solo ad una certa parte di lettori. Ok lo ammetto, in certi momenti mi sono sentito già vecchio anche io. Questo probabilmente rischia di rendere RomaLatoB un libro di un certo momento, di un certo passato.
Cos’è il libro? il libro è .. è pulp direi ma è anche molto più italiano e quindi psicotico, a tratti triste. Ma fa ridere. Solo a volte. C’è musica, tantissima musica, film e … Oh cazzo, mentre scrivevo queste righe mi si è sparato in testa COS’E’ sto libro: questo libro è l’inizio di un Dostoièschi preso per il bavero da Tarantino accoltellato nel finale da Roccosiffredi. Si, mi suona decisamente perfetto per quello che ho provato leggendolo. E adesso basta se no l’autore se la ghigna troppo … cosa non mi è piaciuto ?
Non mi sono piaciute fino in fondo le caratterizzazioni dei personaggi … Pietro, Renato e soprattutto Carmelo sono semplicemente perfetti ai miei occhi per il ruolo che hanno. Veramente perfetti. Danilo è il più interessante, ma ad un certo punto ci ritroviamo completamente invischiati nelle sue seghe mentali che danno al libro il suo momento di respiro, forse voluto e necessario, ma che non mi ha convinto del tutto. Per il resto veramente bello, forse il più reale. E le donne. Due figure potenzialmente immense che ci fanno sorridere o scuotere la testa ma forse meritavano un maggior approfondimento psicologico. Che poi forse è solo curiosità mia di sapere cosa faceva Elena in camera sua, perchè era cosi dannatamente fuori portata, schiva… insomma, va bene irraggiungibile per i personaggi, ma cosi asettica anche per il lettore mi ha sconfortato. Ma forse anche questo era voluto.
Al contempo è un’immaturità del libro ma anche un ostacolo evitato alla lettura forsennata che ne consegue.
Ok e il primo è andato… le esperienze di vita dell’autore non si sono certo concluse qui ma il prossimo libro (che ci sarà, mi auguro) non potrà essere di nuovo una collezione Delicatamente raccontata di stronze e sfigati. Oddìo, ci sono autori che con i miserabili hanno fatto scuola/storia/carriera per carità… ma allora cosa dovrà esserci? Non lo so, non sono un critico, sono solo un lettore molto esigente.
Ma credo che se l’arte di scrivere debba avere certe caratteristiche, una di queste sia il saper infilare il romanzo nella vita oltre i necessariamentelimitati trascorsi e fantasmi dell’autore. E purtroppo per Claudio, dopo RomaLatoB ormai ci aspettiamo molto.