ad memoriam.. perchè sono pigro per scrivere e perchè ci sono i link, che se no mica ci avrei creduto
…arriveremo anche al Cristo Compagnone , lo so ( cfr Dogma, movie)
ad memoriam.. perchè sono pigro per scrivere e perchè ci sono i link, che se no mica ci avrei creduto
…arriveremo anche al Cristo Compagnone , lo so ( cfr Dogma, movie)
è passato dall’ultimo post. E niente, ho fatto la faccia un pò incredula.
Nulla, volevo conservarmelo. Sarà che oggi sono fragilissimo e faccio fatica a vivere, ma mi ha colpito.
“Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre”
niente, non avevo un bloc-notes…
Bell’articolo sulle chemtrails , anche se inutile.
Quello che più mi infastidisce sull’argomento non è avere un’opinione o l’altra quanto la professione di fede che scaturisce – tipicamente dalla parte dei komplottisti.
vabbè
>>Colonna sonora: “Bye Bye, Bombay” – Afterhours
Lui era seduto al banco a prendere il solito caffè schifoso, come negli ultimi 3 anni circa. Immerso nei suoi pensieri notava appena quando entrava qualcuno e pensava a come organizzare la giornata e i prossimi appuntamenti
“Oh signorino, pensieroso oggi?”
Shirley lo guardava divertita col suo solito mezzo sorriso e quell’orecchino al posto sbagliato, proprio alla fine di quel sorriso. Non si chiamava Shirley, ma quei suoi boccoli biondi le avevano trovato il soprannome prima che lui sentisse (non le chiedesse) il suo vero nome mentre la chiamava un cliente. Non era forse bella, ma aveva qualcosa. Anzi, Qualcosa. Qualcosa che ti faceva girare. E lui si stava accorgendo solo negli ultimi tempi che per quel Qualcosa si era costretto a bere tra i 1500 e i 2000 caffè dal gusto orrendo. Ma l’avrebbe capito con certezza di li a poco.
“Come al solito. Mica vado in giro a sculettare e farmi fischiare dietro da tutti , io!”
“scemo … comunque dura ancora poco!”
“cosa che sculetti? oramai l’età…”
“ma tu non stai mai serio?”
“potendo, mai”
Era vero. Era un po’ autodifesa, un po’ voglia di tirare fuori i sorrisi ed i colori alle persone, un po’ il suo cuore di bambino quando non pensava al lavoro o alle grane. E sin da piccolo tutti gli dicevano che ispirava tranquillità. Non aveva mai capito come fosse possibile…
“bhe, comunque me ne vado. Mi trasferiscono.”
>>Ecco, qui comincia il giro di basso della canzone… da ascoltare al massimo volume consentito … che ti prende alla pancia, il posto dove solitamente alberga l’energia, o la paura.
Lui sente che gli è diventata la pelle grigia. Pensa per un attimo di fingersi indifferente e rispondere con un distaccato “ah davvero?” , ma senza energia gli esce un rantolo ancora più disinteressato. Lei ci resta male e si morde l’orecchino. Cosa che, se l’orecchino fosse al suo posto normale come suggerisce il nome, sarebbe notevole. Invece accentua la delusione dei suoi occhi verdi, assumendo quasi la temibile posa del “labbrino mogio”.
>>”Io … non … tremo … è solo un po’ di me che se ne va”
All’improvviso non c’è più tempo, è troppo tardi. Lei se ne va, e lui non le ha mai raccontato di aver cercato casa sua per capitarci casualmente a passeggio ma di non averla trovata sotto la pioggia, di quanto facessero schifo quei caffè, della copertina del cd dei dEUS che le aveva lasciato sul bancone. Ichi-go ichi-e, ogni incontro è irripetibile. Non ci sarà un’altro momento.
“ehhaii … euunaaa..”
“cosa?”
“no dhhicooo…. hai per caso un cellulare che magari , puoi darmi , se vuoi eh , ma non il cellulare , il numero .. cosi ci si sente, se ti va.. uscire… noi .. te… “
“Per caso”.
Cazzo “per caso” avrà un cellulare? e poi meno male che hai specificato “il numero”, se no ti dava direttamente il telefonino, mentecatto… e mentre lui vorrebbe sprofondare sotto lo sgabello , lei ride e scioglie il mondo in colori biondo ambrati, pensado che lui avesse fatto una delle solite battute.
“Ehi, e ci hai messo tre anni per chiedermelo??”
>>Esplode il finale di chitarre e cori
Racconto liberamente tratto da episodi di vita vissuta… tornati in mente recentemente al chiaro di una birra.
Si infatti … ma detto meglio.
Io dico il contrario di Keynes: nel breve periodo saremo tutti morti. Perché sarà il tempo in cui i sintomi della malattia esploderanno, e ci stenderanno al suolo. Saranno gli anni che abbiamo tanto aspettato. E saranno orribili. I lolcats diventeranno pillole di propaganda politica virale imposta dai comunicatori di partito; i vecchi, noiosissimi comizi serie di luccicanti tweet da riprendere a tutta pagina; i programmi elettorali thread di discussione su una qualche piattaforma liquida. Scambieremo la partecipazione col click, il voto con una dichiarazione di voto su Facebook, la credibilità con l’influenza. Oggi ne abbiamo gli assaggi, ma è la retorica incantata dei futuristi che vogliono farsi riconoscere, e glorificare, come tali. Domani, invece, sarà proprio così: il trionfo della retorica, il wishful thinking che diviene realtà, la profezia finto-progressista (dove sta il progresso se stiamo peggio) che si autoavvera.
E non lo sapremo neanche raccontare. Il
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Provenendo dalla culla dell’Anarchia non ho potuto fare a meno di non restare colpito da queste bellissime parole.
“non c’è responsabilità senza scelta, non c’è scelta senza libertà e non c’è libertà dove esiste imposizione”
da Metilparaben
cosi, un appunto di viaggio prima di partire 🙂
Allenamento è anche caricarsi di tutto il fardello e andare dove si deve, anche e soprattutto quando non se ne ha minimamente voglia.
E ieri sera dopo la pessima giornata mi sono trovato sugli stretti banchettini per il seminario di Giapponese con il Maestro Murata.
Cosi come piuttosto che ripetere 99 volte a memoria una coreografia, un movimento, una tecnica è meglio eseguirla una volta, capita che le cose le capiamo meglio se le sentiamo appena sotto la pelle, più vicino al cuore che non alle orecchie.
Con tutta la mia delusione e la sensazione di incapacità di poter cambiare alcune cose, mi sono trovato immerso in un mondo sempiterno, tra il 1300 ed il duemila, in cui le cose non venivano giudicate in bianco e nella scala di quanto il nero si discosta dal bianco, ma nella loro totalità della scala dei grigi.
Dire Yin e Yang ormai è abusato e banalizzato ma la delicatezza con cui il Maestro ci ha raccontato rituali e intenzioni, le percezioni differenti …è stata quasi commovente.
Pur nella mia ignoranza e fossa di pregiudizi non posso che ammirare sempre di più alcuni aspetti di questo popolo estremamente saggio e controverso. Ma credo che alla fine il loro sia solo un metodo, probabilmente molto in risonanza con il mio Io, di indicare la Via. E su questa devo cercare di camminare.
sono sereno. E comincia il giorno.