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L’idea geniale dell’accento di Cremino non sembrava più cosi azzeccata, anzi stava contribuendo ad imbaldanzire il Pelo, che ormai era quasi più convinto di uno scherzo che non di una minaccia seria. Aveva una reputazione da difendere e ogni tanto ci provavano a farlo fesso, ma ogni volta ne usciva meglio e più “quotato”.
“Ma chi sei? E perchè ti interessa questa cosa? Se mi sto scopando tua moglie ti chiedo scusa, giuro che non lo sapevo. A me mi cercano, mica vado in giro nei letti degli altri…”
Un tono tra il cauto e l’ironico che però gli dava sempre la possibiltà di uscirne a ridere se si fosse trattato di uno scherzo. Si, si era piaciuto. Bello scherzo di merda comunque…
“Eh … se… ti cercano certe signore, comunque lasciale stare lo stesso, no?”
Ok ora era palese dai. Questo era uno scemo che non sapeva nemmeno cosa dirgli. Sicuro si aspettava che sarebbero scappati o avrebbero bofonchiato qualcosa, troppo terrorizzati per ribattere.
E difatti Cremino sperava proprio in quello, di farli cagare sotto e stop. Non si aspettava di dover spiegare nel dettaglio, anche perchè non voleva fare nomi. Voleva solo che scappassero via, lasciandolo vincitore e raddrizzatore di torti.
Cremino schiacciò il bottone cromato al centro del suo serramanico come a chiedere l’aiuto del pubblico in quel telequiz che adorava, e la lama scattò fuori ubbidiente, in attesa.
“Ha c-c-capito o no?No fare sciemo con me.”
Rochy, ancora terrorizzato, aveva guadagnato qualche passo indietro, lentissimo (tanto mica ce l’aveva con lui il tipo) ma si sentì svenire quando il Pelo rispose, col suo irresistibile sorriso.
“Ehi che coltellaccio… mi vuoi infilzare? Vuoi farmi quello che faccio io alle signore? Tanto l’ho capito chi sei , pensi di farmi paura? E l’ho capito che parli della MariaGrazia, quel troione! Che poi è lei che mi assilla per vedermi! E’ lei che ne vuole sempre ancora cosa credi? Che colpa ho io…”
Non finì mai la frase, strabuzzò semplicemente gli occhi con solo mezzo sorriso, mentre il freddo gli entrava nelle budella. “Ma … che …no?”
Cremino paonazzo di rabbia, stava rapidamente sbiancando, mentre si pisciava addosso, con la mano mezza infilata dentro la pancia del Pelo.
Rochy, che prima stava scivolando lentamente a terra piangendo, guardò l’assassino in volto e improvvisamente si riebbe.
“E’ Cremino!!! E’ cremino!!”
Poi, accorgendosi che non aveva un pubblico, si alzò in piedi e strillò di nuovo “Sei Cremino!! Sei pazzo! Sei …cazzo…” e scattò via di corsa.
Cremino lo sentì lontanissimo, ovattato. Era ipnotizzato a sentire il sangue caldo sul polso, sopra il braccialetto che gli aveva regalato MariaGrazia, sui peli e a colargli giù dal gomito in gocce pesantissime per terra.
Tra le dita sentiva pulsare qualcosa di caldo e viscido, sempre più piano. In faccia, la smorfia che lo aveva tradito agli occhi di Rochy, e condannato. Paralizzato in piedi, a reggere in piedi il cadavere del Pelo, senza il coraggio di muoversi.
Fu il Pelo a scivolare via piano piano, mentre Cremino tremava, con la smorfia stampata in faccia e gli occhi chiusi. Quando il corpo cadde a terra Cremino aprì gli occhi. Non riusciva ancora a muoversi. E non era perchè gli dispiacesse averlo ucciso. Ne perchè aveva scoperto che allora era vero che sua cugina MariaGrazia faceva le porcate con qualcun’altro oltre che con lui. Erano quei filamenti appiccicosi tra le dita a legarlo al suo posto, dei ceppi leggeri che non erano di ferro , ma che del ferro avevano l’odore (possibile, o era la sua immaginazione?). Non avrebbe mai potuto andarsene di li.
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