Spuntato da straffi e gent.ma piumedangelo mi viene da segnarmi un’esperienza di vita di qualche anno fa, che scriverò a tranche mentre il pc borbotta per le elaborazioni…
Una certa famosa città toscana, prima decade del secolo.
Lei è caruccia. Alta, bel fisico da giocatrice, occhi azzurri. Ma belìn che carattere! (so che il termine non è molto toscano, ma nelle nostre zone bastarde si sentiva anche quello).
E cosi tra un trasporto amoroso e una cena, giù discussioni su qualsiasi cosa. E la pizza migliore, e magistratura e politica, e i colori degli stemmi araldici, e sto par di occhiali!
Ok , se non avessi sempre avuto il vizio di innamorarmi o credere di essere innamorato ogni volta, almeno la prima ora, forse non sarebbe andata avanti più di qualche giorno ma tant’è …
Insomma ennesima discussione, serata a rischio di sfumare (ero gggiovine, le mie mire erano grette e venali). E cosa peggiore di tutte, questa volta avevo torto io. Torto marcio. Ma mi aveva fatto le meches ai testicoli! Lei mi sta ancora urlando dietro quando mi viene in mente di giocarmela.
Non può funzionare
“…testardo e polemico, non succede che…”
Beh ma cos’ho da perdere? si incazza ancora di più e ci salutiamo, forse per sempre, ma pazienza.
“…mostrami almeno il rispetto delle opinioni …”
Mah, mi sembra molto da film, è troppo ridicolo …ad ogni modo
“…e non fare quella faccia! cosa cazzo stai pensando?????”
Ci siamo.
“niente , è che … ”
“cosa?”
“E’ che sei bellissima… davvero.”
Ecco so che per dovere di cronaca dovrei raccontare per filo e per segno le poche cose che ricordo, ma non riesco a farlo per due motivi:
1. Mi vergogno. Erano veramente oltre il limite della paraculaggine
2. potrebbero essere strumenti pericolossissimi in mano alle persone sbagliate.
Dirò solo che sono uscite dalla mia bocca frasi che mi rimbalzavano sui denti tanto erano di plastica e vuote. LEccare il culo ancora non rende l’idea.
“…”
Silenzio.
Ok è andata male, ora mi ride in faccia e mi chiede se sto insultando anche la sua intellig…
“davvero?”
“eh?”
“no dico .. davvero lo pensi?”
“Ehr… certo … cioè non nel senso… si insomma , dai senti…”
“sei uno scemotto sai?”
“O_O”
“perdiamo tempo qui , io non avevo capito sai … cioè , scusami a volte mi faccio prendere, non volevo esagerare…”
“……no ma guarda senti…”
“nono hai ragione guarda… andiamo a casa?”
Insomma, io e la sig.rina Tappetino sottobraccio ci avviamo sul lungofiume, lei sognante io ancora incredulo, e con le chiavi del mondo in tasca. Certo, non per tutte, ma all’improvviso, ripensando a tutte le spavalderie dei compagni di bevute cui facevo fatica a credere, alle lacrime di intelligentissime e sensibilissime amiche col cuore infranto, capii che erano le chiavi per una buona parte dell’altra metà del cielo.
Non per un masnada di ochette adolescenti e superficiali, ma per tutte quelle breccie negli animi di ragazze intelligenti, con le palle direi, che per la necessità di fare buon viso a cattivo gioco, nascondono le loro chiavi dove pensano non si possano trovare.
E qui si potrebbe definire per sommi capi la figura dello “stronzo”, ma credo che ognuno abbia la sua idea.
Quanto a me, presi quel qualcosa dalla tasca, lo lanciai nell”Arno e tornai a casa. Ci lasciammo pochi giorni dopo.